lunedì 11 aprile 2011

LA SGUALDRINA E LA GABBIA DI UCCELLO


Tutto il XVII secolo risuona di sermoni indignati contro le nudità del petto. Durante la Riforma i predicatori descrissero anche verdugali e guardinfanti come " Congegni Diabolici". Il corpetto scollato fu chiamato Gourgandine (la sgualdrina). Montaigne descrive il corsetto come " un tipo di cinta che racchiude il busto dalla base del seno a sotto il costato, finendo in una punta sopra lo stomaco". In Francia le sue numerose varianti fanno nascere suggestivi e colorati nomi: "le mousquetaire"( il moschettiere), " l'innocente", " la culbute"( il capitombolo), " le guepes"( le vespe ), etc. Il primo slogan pubblicitario apparso in una vetrina di un corsettiere promuoveva uno stile che si vantava di " contenere il forte, sostenere il debole, e far tornare l'errante sulla retta via!" . Come jaques Laurent sottolineò: " attraverso gli anni, le donne hanno sentito il bisogno di comprimere i fianchi e il seno e, sia la fascia indossata dalle Ateniesi fino alle cinte indossate oggi, non escludendo il corsetto di recente memoria, hanno invariabilmente contribuito a soddisfare questo bisogno".


Alla fine del seicento i volumi del petto iniziarono a protendersi verso l'alto e le scollature ad abbassarsi fino al livello della spalla. Il look mascolino e castigato di inizio seicento si concede un ingentilimento nella geometria. I corsetti si restringono e si torcono in vita, facendo fuoriuscire le rotondità del seno, terminando in punte davandi e dietro, e permettendo lo sviluppo di forme più tondeggianti sui fianchi. Il XVIII secolo vide l'invenzione del Pannier, letteralmente "un paniere",una specie di gabbia per uccelli sospesa alla vita che sosteneva le voluminose gonne simili a barche rovesciate che venivano drappeggiate sui fianchi,ricamate e decorate.Il pannier si attirò subito le infamie dei moralisti che lo vedevano come " un richiamo seduttivo che incita i poveri uomini a peccare", poichè enfatizzava fortemente le natiche.
                               

Verso la fine del settecento il paniere si ridimensionò in larghezza, e anche per ovvie questioni di praticità si spostò sul dietro, mentre il punto vita che da abbassato era tornato in posizione normale intorno a metà secolo, iniziò ad alzarsi. In tempi di rivoluzione e di ideali di libertà, anche il corsetto perse significato, quasi a voler simboleggiare la prigionia del corpo, fu abbandonato quasi totalmente. Si guardava all'antico mondo classico dei greci e romani per trovare l'ideale di bellezza perfetta, e proprio i seni greci sostenuti dall'antico apodesmo furono la causa della rivoluzione anche del corsetto. I vecchi busti rigidi e conici che comprimevano il seno spingendolo in alto, iniziarono a seguire le forme curve del corpo naturale.



In epoca Napoleonica ancora non era ben chiaro che forma dare al corpo, i vecchi busti venivano ancora indossati ma erano molto ridotti nelle dimensioni e lasciavano il seno libero da compressioni. Tecnicamente il passaggio da forma conica a curva fu raggiunto facendo tagli sul seno e sui fianchi inserendo via via sempre più spicchi di stoffa. Dalla fine dell'Impero prevalse decisamente la moda per i seni ben separati, questo tipo di forma veniva raggiunto indossando il nuovo tipo di busto progettato dal corsettiere Leroy, quello che poi in seguito si sarebbe sviluppato nel famoso corsetto, di più recente memoria, detto "Vittoriano". Libere le spalle, libero il seno, la nuova moda nascente si concentrò sulla compressione e riduzione della vita, raggiungendo ancora una volta livelli di esasperazione ai limiti del paradosso. Come recitava una stampa satirica dell'epoca "...a la mode...a la mort".

 

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